“Vado a sbajà n’artra vorta e torno”. “Se volevo esse paziente me facevo ricoverà”. A quanti di voi è capitato di leggere queste frasi in giro per la Rete, condivise su tutti i canali social esistenti? Sicuramente a tutti, perché il boom del progetto “Aforismi Romani” ha fatto sì che si espandessero a macchia d’olio per tutto il Web (e non solo!). Di cosa si tratta esattamente? Per chi ancora non si è visto l’homepage di Facebook intasata dalle condivisioni degli amici, immaginate un sorta di infografica Capitolina. A caratteri cubitali, frasi e massime in dialetto romano che fanno divertire e riflettere al tempo stesso. Di quelle cose che ci riportano alla splendida performance di Carlo Verdone in “Viaggio di Nozze”, perché in fondo il Romano DOC è una figura che è sempre risultata ironica di per sè.
Aforismi Romani non fa altro che mettere insieme due elementi fortissimi: il dialetto della Capitale e il social network più utilizzato al mondo. E così spopolano su Facebook grafiche divertenti in cui la “j” sostituisce il “gl” e i finali di parola praticamente non esistono, troncati di netto come ogni buon Romano sa fare. Anzi, se cercate, sicuramente da qualche parte trovate anche il raddoppio delle b. Il tutto condito da un umorismo pungente, tipicamente Capitolino anche questo.
Ma a cosa è dovuto il successo di questo progetto, che nel giro di poco tempo è riuscito a conquistare migliaia di followers? Sicuramente alla leggerezza e all’ironia, un toccasana nella vita quotidiana di ognuno di noi, specie nelle giornate storte. Gli Aforismi Romani sono infatti attentamente studiati per regalare un sorriso a chiunque li legga, per mettere gli utenti nella condizione in cui “siamo tutti sulla stessa barca” e allora tanto vale farsi una risata. In fondo, se in America hanno i libri di autoaiuto, perché noi non possiamo avere le massime in dialetto?