Il Foro Romano è l’area archeologia racchiusa tra il Colosseo, il Campidoglio, il Palatino e via dei Fori Imperiali ed è il luogo che fino alla caduta dell’impero romano e l’avvento del medioevo ha rappresentato il centro politico, economico e sociale di Roma.
Ed è per questo che oggi, ai lati della via Sacra, la strada che attraversa il Foro dal Colosseo al Campidoglio, si ergono templi, archi e basiliche e rovine che ricordano il glorioso passato di Roma: dalla Curia alla Basilica di Massenzio, dalla Casa delle Vestali al Tempio di Venere e Roma, dal Tempio di Romolo alla Basilica Giulia fino agli archi imperiali di Tito e Settimio Severo.
Il Tempio di Saturno e l’Arco di Settimio Severo
Affacciandosi dal Campidoglio si gode probabilmente della vista più completa del Foro Romano, oltre che di uno dei panorami più belli al mondo, con il Colosseo in fondo alla via Sacra, dietro alla Chiesa si Santa Francesca Romana e, in primo piano sulla sinistra le tre colonne del Tempio di Vespasiano e il grande colonnato del Tempio di Saturno con alle spalle la Chiesa dei Santi Luca e Martina, la Curia e l’ Arco di Settimio Severo.
Il Tempio di Saturno, inaugurato intorno al 500 a.C., è il luogo sacro più antico di Roma dopo il Tempio di Vesta e quello di Giove e deve il suo nome al fatto che qui si trovava una antica statua di Saturno, cava internamente e riempita d’olio, con le gambe legate con bende di lana che venivano sciolte soltanto in occasione dei Saturnali che si tenevano dal 17 al 23 dicembre.
Nel tempio si custodiva il tesoro statale, gestito dai questori, gli archivi di stato e una bilancia per la pesatura ufficiale del metallo.
L’Arco di Settimio Severo, il più antico arco a Roma, è un arco trionfale alto 23 metri, largo 25 e profondo 11,85 eretto tra il 202 e il 203 e dedicato dal senato all’imperatore per celebrare la vittoria sui Parti nelle campagna militari del 195 e del 197-198.
E’ costituito da tre fornici, con passaggio centrale e due laterali più piccoli con quattro grandi pannelli che occupano lo spazio sui fornici minori, dove è scolpita la narrazione delle campagne di Settimio Severo in Mesopotamia, e la seguente iscrizione sui due lati dell’alto attico:
“Imp. Caes. Lucio Septimio M(arci) fil. Severo Pio Pertinaci Aug. patri patriae, Parthico Arabico et Parthico Adiabenico, pontific(i) maximo, tribunic. potest. XI, imp. XI, cos. III, procos., et imp. Caes. M. Aurelio L. fil. Antonino Aug. Pio Felici tribunic. potest. VI, cos., procos., p. p., optimis fortissimisque principibus, ob rem publicam restitutam imperiumque populi Romani propagatum insignibus virtutibus eorum domi forisque, S. P. Q. R.”
ossia la dedica a Settimio Severo e ai suoi figli l’anno successivo al suo rientro a Roma (202) dopo molti anni di lotte e di viaggi per il ristabilimento dell’unità romana e l’estensione dell’impero.
Il Tempio del Divo Vespasiano
Fondatore della dinastia Flavia, Vespasiano fu il nono imperatore di Roma. Governò dal 69 d.C. al 79 e nel 72 iniziò la costruzione del Colosseo.
Iniziato da Tito e completato da Domiziano, il tempio venne dedicato a Vespasiano, divinizzato dopo la sua morte avvenuta nel giugno del 79.
Addossato al Tabularium alle pendici del Campidoglio, era lungo 33 metri e largo 22.
Quello che rimane oggi sono le tre grandi colonne ad angolo, alte 15,20 metri, reggenti un frammento dell’architrave sul quale, oltre a un fregio rappresentante strumenti sacrificali, c’è un frammento dell’iscrizione che poi permise di identificare il tempio:
DIVO VESPASIANO AUGUSTO S.P.Q.R. / IMP. CAES. SEVERUS ET ANTONINUS PII FELICES AUG. RESTITUER.
E questo è solo una piccolissima parte di tutto quello che è contenuto in questa meravigliosa area archeologica che è il Foro Romano.