
Tutti i fori che "movimentano" la struttura sono dovuti all'asportazione medievale dei perni di metallo che servivano a trattenere i blocchi di travertino che ricoprivano tutto. All'interno, poi, la struttura è divisa in spicchi da alcuni cunei che partono dalla base: i già citati pilastri, collegati da archi e da volte rampanti, facevano da sostegno alla cavea. Il vantaggio stava nel poter così permettere a più cantieri di proseguire autonomamente nella costruzione della stessa struttura, praticamente divisa in quattro cantieri principali ed a sè stanti. Senza dubbio un mirabile esempio di organizzazione e programmazione del lavoro da effettuare. I sotterranei sono divisi da tre muri concentrici ed i conseguenti tre corridoi anulari: verso il centro i muri divengono rettilinei e paralleli all'asse centrale, anch'esso un corridoio. Quest'ultimo si prolungava nelle due direzioni, est e ovest, anche al di fuori della struttura: il ramo est raggiungeva una delle più importanti caserme gladiatorie conosciute, il Ludus Magnus, ancora oggi visibile all'incrocio fra via Labicana e via di S. Giovanni in Laterano. Sempre all'esterno della struttura maestosa del Colosseo si trovano alcuni cippi di travertino, scoperti nel 1895, infissi nella pavimentazione anch'essa in travertino: concentrici allo stesso edificio, dovevano contrassegnare l'area di rispetto. Secondo un'altra interpretazione, erano usati per pensionare a terra le funi del velario.