Il Colosseo
"Finchè esisterà il Colosseo, esisterà Roma; quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma; ma quando cadrà Roma, anche il Mondo cadrà"

La leggenda della nascita di Roma


Nei primi anni del I millennio a.C. sbarcarono sulle rive del Tevere i Troiani guidati da Enea. Egli, mentre Troia crollava sotto il furioso assalto dei Greci, era riuscito a trarre in salvo il proprio padre, Anchise ( che poi mori lungo il viaggio'), e il proprio figlioletto Ascanio.
A quel tempo la riva sinistra del fiume Tevere era una pianura acquitrinosa e malarica che portava al mar Tirreno, all'interno della quale si innalzavano dei colli con pendici molto scoscese dove erano stabiliti inizialmente gli Italici che poi si erano differenziati fra loro formando vari gruppi, tra i quali quello dei Latini.
I Troiani vennero subito in contatto con questo popolo e con il loro re, il saggio Latino che li accolse con benevolenza, diede loro ospitalita' e, qualche tempo dopo offri' in sposa ad Enea la propria figlia Lavinia gia' promessa a Turno, re dei Rutuli che scateno' una guerra per vendicare l'offesa ricevuta. Fu una guerra feroce, che si concluse con un lungo duello fra Enea e Turno, finche' quest'ultimo rimase ucciso. Segui' un lungo periodo di pace, durante il quale Enea fondo' una citta', Lavinium in onore della sposa.
Ascanio, il figlio di Enea, fondo' a sua volta la citta' di Albalonga (collocata tra l'attuale Albano e Castelgandolfo), sulla quale regneranno lui e poi i suoi discendenti per molto tempo. Poi, molti anni dopo la sua morte, divenne re di Albalonga il buon Numitore, che pero', aveva un fratello ( Amulio) invidioso e cattivo che avrebbe voluto usurpargli il trono.
Per raggiungere il suo scopo, questi fece imprigionare Numitore, gli uccise tutti i figli tranne Rea Silvia rinchiudendola nel Tempio di Vesta e costringendola a farsi sacerdotessa (vestale).

Secondo la leggenda, il dio Marte s'invaghisce di Rea Silvia e la rende madre di due gemelli, < Romolo e Remo. Amulio, adirato fece uccidere Rea Silvia a bastonate e, per non avere legittimi concorrenti al trono, ordino' che i due gemelli venissero immediatamente uccisi, ma il servo incaricato di eseguire l'assassinio non ne trova il coraggio e li abbandona in una cesta di vimini alla corrente del fiume Tevere, con la speranza che qualcuno li salvasse.
La cesta nella quale i gemelli sono stati adagiati si arena sulla riva, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio, dove i due vengono trovati e allevati da una lupa. Li trova poi il pastore Faustolo che insieme alla moglie li cresce come suoi figli. Una volta divenuti adulti e conosciuta la propria origine Romolo e Remo fanno ritorno ad Alba Longa, uccidono Amulio, e rimettono sul trono il nonno Numitore. Romolo e Remo ottengono quindi il permesso di andare a fondare una nuova citta', nel luogo dove sono cresciuti. Romolo vuole chiamarla Roma ed edificarla sul Palatino, mentre Remo la vuole battezzare Remora e fondarla sull'Aventino.

Leggenda vuole che i due decisero di osservare il volo degli uccelli: avrebbe dato il nome alla citta' chi ne avesse visti in maggior numero. La fortuna favori' Romolo, il quale prese un aratro e, sul Colle Palatino, traccio' un solco per segnare la cinta della citta', che da lui fu detta Roma.
Era il giorno 21 Aprile, 753 anni prima Cristo.

Fonte: http://www.parlandosparlando.com

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